INDAGINI: Lorenzo Bruni intervista Giulio Figarolo di Gropello

LB: Prima opera che hai comprato?
GF: Nel 1987 una “ Piazza del Popolo” di Tano Festa dipinta poco prima di morire
LB: Dove tieni le opere o come le fruisci e condividi?
GF: Nelle varie case e nel mio magazzino personale, ogni tanto vanno in giro per il mondo per un po’ di tempo allora le sostituisco con altre, qualche volta riguadagnano la loro posizione prima della partenza qualche volta vanno a finire in magazzino ma sono quasi tutte molto presenti nella mia testa.
LB: Qual è il tuo rapporto con le fiere?
GF: Sempre meno interessanti, rimane un vantaggio specialmente in quelle importanti vedi un sacco di amici che arrivano da lontano in pochissimo tempo, ma francamente per usufruire l’arte raramente si trova qualità.

LB: Com’è cambiato negli anni il tuo rapporto con le gallerie dagli anni Novanta ad oggi?

GF: Intanto negli anni 90 il rapporto era quasi esclusivamente con gli artisti e con pochi sporadici galleristi, è stato verso la metà degli anni 90, con la generazione nata negli anni 70 che l’artista t’indirizzava dal gallerista. Con pochi di questi ho mantenuto un ottimo rapporto, quelli con cui si parla di arte molto e di soldi pochissimo, gli altri li ho felicemente lasciati andare.

LB: Possiamo dire che una parte importante della tua collezione è dedicata agli artisti italiani emersi dalla fine anni 90? Se ti chiedessi di pensare ad un’opera della tua collezione quale ti verrebbe in mente?

GF: Non veramente, io ho oltre 350 opere di artisti di tutto il mondo. Per la generazione italiana degli anni 90 sono stato importante perché ho creato e finanziato “L’Ialian Studio Program at Moma PS1”. Ma ho cominciato con gli artisti della generazione prima, de Dominicis, Ontani, Boetti, Kosuth, Abramovic, Christo etc…quello verso i più giovani era un tentativo di incoraggiamento che in qualche caso è riuscito. Recentemente ho fatto in Francia una mostra di alcuni lavori della mia collezione ma lì l’incoraggiamento era per potenziali artisti da 7 ai 17 anni. Penso che sia utile usare l’arte per stimolare i più giovani e il risultato è stato molto interessante.

LB: Come hai affrontato il periodo della quarantena? E come ha influito sul tuo rapporto con l’arte? 

GF: Il lockdown è stato, come credo per tutti, traumatico e per certi versi epocale, il dolore per le vittime e per la portata quasi biblica dell’evento ha reso molto difficile studiare o leggere. Dall’altra parte si ancora di più palesata la necessità di munirsi di strumenti che permettono di lavorare da remoto e ho approfittato per organizzare webinar e conference call che sono stati in alcuni casi esperimenti interessanti. Per quanto riguarda il mio rapporto con l’arte, stranamente, ho ricominciato a disegnare e a dipingere, cosa che solitamente faccio solo in vacanza ma in questo caso mi ha permesso di distrarmi dalla situazione contingente ed è stato utile. Ho parlato con molti miei amici artisti della situazione e credo che per alcuni di loro sia stato un periodo creativo con finalmente tempo a disposizione per pensare in modo nuovo.

LB: Molte fiere hanno lavorato sulla loro edizione online. Quale di queste ti ha colpito di più o quale hai seguito?

GF: Non sono rimasto colpito in particolare, non lo sono in generale dalle fiere ma ho solo potuto rilevare come le strutture digitali già in essere come quelle delle case d’asta internazionali hanno avuto un vantaggio rispetto agli altri operatori e come in alcuni casi ne abbiamo approfittato fagocitando anche il lavoro di alcune gallerie, almeno negli States.

LB: In questo periodo di lockdown hai scoperto un artista in particolare da aggiungere alla tua collezione?

GF: La mia collezione è ormai definita e non vi è veramente spazio per nuovi artisti che non posso incontrare, forse vi è spazio per lavori nuovi di artisti già in collezione. Quando hai collezionato per oltre trent’anni sei attratto solo da qualcosa di veramente eccezionale e questo è molto difficile per opere che puoi vedere solo su un schermo.

BIO - Giulio Figarolo di Gropello

Dove: provincia di Pavia.

Da quando: dal 1987.

Chi: Una straordinaria collezione privata, arricchita, nel corso degli ultimi 30 anni da oltre 300 opere d'arte contemporanea.

Giulio Figarolo di Gropello - La mia collezione è stata una scusa, una chiave per aprire la scatola del Mondo in cui vivo. Ogni artista e talvolta anche una sua opera ha rappresentato una fonte di informazione, un filo di Arianna per addentrarsi nel labirinto di un mondo che è stato in grande trasformazione. Alcune informazioni più prosaiche tipo dove andare a mangiare a UBud o Tokyo altre più importanti sono state esperienze straordinarie. Una notte intera a Capodimonte con De Dominicis e Alanna Heiss, Leo Castelli che ci porta nel suo magazzino per spiegarci il lavoro di Joseph Kosuth, a cena con Ai Weiwei nel suo ristorante di Pechino perché non ci andava nessuno. Marina Abramovic e Lou Reed a Sri Lanka etc etc etc.tantissime esperienze fantastiche , tanta energia  pochissimo mercato.