INDAGINI: Lorenzo Bruni intervista Maurizio Morra Greco

LB: Prima opera che hai comprato? 
MMG: Il primo lavoro che ho acquisito in collezione è di Manfred Pernice.

LB: Quanto la possibilità di avere una tua Fondazione dove mostrare le opere e creare mostre influisce nei nuovi acquisti?
MMG: La Fondazione e la collezione sono due realtà che portano il mio nome, e che vivono dei miei entusiasmi, del mio istinto e della mia ricerca. Sin dal 2006, anno di nascita della Fondazione, le due attività, di esposizione e di collezione, sono stati due modi per me di supportare gli artisti in cui credevo. Oggi con la riapertura della Fondazione, si tenta di fare un passo in più e di restituire l’aspetto esperienziale della nostra attività al territorio, a Napoli, la mia città. Tutto questo è possibile grazie alla regione Campania, e al lavoro di tutto il mio staff. Il momento dell’esposizione e dell’acquisizione rimangono due attività importanti che ancora oggi si possono fondere in un filone unico, diventando uno strumento di sostegno per l’artista e il suo lavoro.

LB: Il tuo rapporto con le fiere?
MMG: Le fiere sono state da sempre un punto di riferimento, in cui scoprire nuovi artisti e condividere il proprio punto di vista in un clima di operatori del settore, e appassionati. Ricordo ancora le prime volte a Basilea, la condivisione, l’impegno, la qualità.

LB: Com’è cambiato negli anni il tuo rapporto con le gallerie?
MMG: Rimane il rapporto di fiducia e di supporto con le gallerie in cui ho sempre creduto, e la volontà di lasciarmi sorprendere.

LB: Quanto è importante per te creare un dialogo tra mostra, collezione e territorio dove si trova la Fondazione? Citami una mostra che secondo te ha stimolato questo dialogo.
MMG: Il dialogo fra Fondazione, mostra, artista e territorio sono fondamentali. Sono il motivo per cui ho creduto in questo progetto fino in fondo per tanti anni, mantenendo intatta la mia visione anche quando i lavori di restauro del palazzo (Caracciolo di Avellino, storica sede della Fondazione) sono durati più del previsto.

Attraverso lo schema di residenze, invitiamo gli artisti a trascorrere un periodo di tempo a Napoli, che varia a seconda della natura del progetto, e sosteniamo una produzione importante, e ci tengo a sottolineare locale, con l’aiuto di artigiani e molte altre realtà del posto, per poter dare il via a un sodalizio fra cultura e territorio di cui Napoli ha molto bisogno.

Sono svariate le mostre del passato che sono legate a questo tema – ma forse l’esperienza più incredibile risale al progetto che abbiamo inaugurato a fine settembre e che ha visto l’artista cubano Wilfredo Prieto esporre in duemila metri quadri di spazio espositivo: materiali raccolti a Napoli nei posti più disparati sono stati assemblati all’interno del nostro spazio, e nel circondario, dando il via a una molteplicità di installazioni che potessero costituire una mappatura ideale delle connessioni il nostro palazzo e i palazzi del quartiere, la nostra realtà e il territorio, Napoli e l’Havana. A dicembre inaugureremo una mostra con tre artisti, Luca Gioacchino Di Bernardo, Jason Dodge e Studio for Propositional Cinema, che si sono ispirati a Napoli e alla nostra sede storica. Una piccola anticipazione sul progetto di Studio for Propositional Cinema, che sta lavorando a una serie di favole con una struttura narrativa che prende spunto da Giambattista Basile, traslando i disegni e i personaggi delle stanze affrescate del palazzo.

BIO - Maurizio Morra Greco - Fondazione Morra Greco

Dove: Palazzo Caracciolo di Avellino, Napoli.

Quando: Dagli anni ’90.

Chi: La Fondazione Morra Greco promuove e sviluppa la cultura contemporanea, supportando la visione di artisti internazionali e locali, sia emergenti che affermati.

L'origine della Fondazione è la Collezione Morra Greco, iniziata negli anni '90 e che finora comprende oltre un migliaio di opere di circa duecento artisti contemporanei. Sia come centro di produzione, che come spazio espositivo, la Fondazione intrattiene un dialogo costante con il territorio della Regione Campania. Attraverso il suo programma di residenza, gli artisti espositori sono invitati a sviluppare nuovi progetti che derivano direttamente sia dalla loro esperienza a Napoli sia dal loro rapporto con gli spazi espositivi di Palazzo Caracciolo di Avellino.